Il sonno e la memoria

Dagli Stati Uniti, nuove scoperte sull'apprendimento notturno.

Esistono numerosi presunti metodi per tentare la strada dell'apprendimento durante il sonno.

Ora però una nuova ricerca sembra aver individuato finalmente un procedimento efficace: associare un suono alle cose che si vogliono memorizzare e riproporre lo stesso suono durante una fase di sonno non REM.

Come si può leggere su un articolo pubblicato recentemente sulla rivista "Science", alcuni scienziati della statunitense Northwestern University hanno chiesto a 12 volontari di memorizzare la posizione di 50 oggetti che apparivano sullo schermo di un computer per una sola svolta.

A ciascuno di questi oggetti era associato un suono caratteristico: per esempio un miagolio per un gatto oppure un fischio per una teiera.

Attaverso la ripetizione di molte sessioni, i partecipanti all'esperimento riuscivano alla fine a collocare con una certa precisione tutti gli oggetti proposti.

A questo punto i volontari sono stati invitati a fare una breve sonnellino, tenendo però sul capo alcuni elettrodi che permettessero ai ricercatori di monitorare le loro onde cerebrali.

Non appena erano entrati in una fase del sonno non REM e a onde lente, gli studiosi riproducevano i suoni associati a 25 oggetti.

A un'ora dal risveglio, l'accuratezza della memoria dei volontari era inferiore a quella che avevano mostrato prima della "pennichella", ma era notevolmente superiore quando si trattava di individuare oggetti il cui suono era stato ascoltato dai partecipanti allo studio, inconsciamente, durante il loro breve sonnellino.

I ricercatori, inoltre, hanno anche notato che quando i volontari ritrovavano i suoni proposti durante il riposo il cervello reagiva con una risposta più accentuata.

E sarebbe stato proprio il sonno a svolgere un ruolo fondamentale: lo stesso esperimento - riascolto successivo di 25 suoni senza osservare gli oggetti sullo schermo - effettuato con i soggetti svegli, non ha infatti prodotto nessun miglioramento mnemonico.


Fonte notizie: Mente & Cervello, febbraio 2010

Commenti