Come riemergono le paure nascoste


Le fobie si possono vincere, ma mai dimenticare: basta trovarsi in un contesto sconosciuto per provarle di nuovo.

Questo perchè, come spiega Ioannis Vlachos del Bernstein Center per le neuroscienze computazionali di Friburgo su "PLoS Computational Biology", le paure legate a eventi sono solo sopite, non cancellate.

Le sinapsi che le correlano a determinati stimoli, infatti, non si distruggono.

E' il motivo per cui un topo che ha imparato ad associare un suono a una scossa elettrica, sebbene "tranquillizzato" attraverso l'estinzione della memoria (un processo che consiste nella ripetizione dello stimolo uditivo non seguito dalla scossa elettrica), tornerà a tremare udendo il medesimo suono, se posto in un ambiente sconosciuto.

Nella formazione di paure dipendenti dal contesto è coinvolto il nucleo basale dell'amigdala.

I neuroni eccitatori di questa regione ricevono informazioni sia sugli stimoli (da parte del vicino nucleo laterale) sia sul contesto (da parte dell'ippocampo o della corteccia prefrontale).

Vlachos aveva già scoperto l'esistenza di due sottogruppi di neuroni nel nucleo basale, uno attivo sia durante la formazione del legame paura-stimolo sia tutte le volte che questo stimolo si ripresenta, l'altro attivo solo durante la fase tranquillizzante di estinzione della memoria.

Ora, grazie a una serie di simulazioni, Vlachos ha proposto un possibile meccanismo di azione alla base del mascheramento delle paure: il secondo gruppo di neuroni reprime l'attività del primo gruppo, ma solo in situazioni note e rasseneranti.


Fonte notizie: Mente e Cervello, maggio 2011

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